Percorsi di volontariato: l’esperienza di Emanuela con i ragazzi con la Sindrome di Down
Emanuela A., una dei 500 Generatori di buone pratiche, racconta il suo volontariato in un centro frequentato da ragazzi con la Sindrome di Down.
Fare volontariato è un’esperienza molto importante, in grado di darti molto più di quanto si possa immaginare. Spesso ci si avvicina al volontariato credendo di poter fare qualcosa per gli altri, ma in realtà si riceve molto in cambio, essere di aiuto agli altri può servire per darci la forza per affrontare un momento difficile, può essere un’esperienza formativa.
Non ho tante esperienze di volontariato ma mi sono sempre sembrate interessanti. La mia frequenza di volontariato è una frequentare una volta alla settimana un centro diurno frequentato da ragazzi down, sto con loro, li faccio compagnia, questa esperienza è nata dal fatto che ho una zia down e mi sembrava una cosa molto bella, facciamo molti lavori insieme, passeggiate e sopratutto loro ti fanno amare la vita ancora di più, ti fanno capire l’importanza delle singole cose, degli abbracci, dei saluti anche delle cose più piccole, come ti danno affetto loro non lo da nessun altro. Inoltre in questo centro si può vedere come questi ragazzi non siano poi così diversi da noi perché basta un piccolo aiuto o incoraggiamento per far sì che loro possano fare le esperienze che facciamo tutti noi. Riuscire a strappare un sorriso a queste persone mi rende felice, mi fa stare bene. Sono ragazzi che con poco ti cambiano la giornata e una cosa che adoro è la loro immensa dolcezza. Sono ragazzi che ti fanno capire che con un semplice abbraccio ti possono dare molto e mi hanno insegnato a vivere con più serenità e spensieratezza dando peso alle cose che davvero contano nella vita. Ogni volta che li vedo e torno a casa sono felice perché capisco che con dei semplici gesti si può ottenere molto. Sono ragazzi che hanno difficoltà, certo, ma quando li conosci capisci che sanno darti filo da torcere. Sanno apprezzare cose che magari noi non notiamo più o siamo troppo impegnati per rendercene conto. Sono dei ragazzi veramente speciali e sono contenta di questa esperienza e orgogliosa di avere una zia così perché ho potuto vivere in prima persona questa esperienza, ho potuto vedere come gli educatori e le persone che lavoravano in quel centro e io compresa abbiamo aiutato mia zia a sbloccarsi dopo la morte di mia nonna e grazie all’affetto di tutti è riuscita ad andare avanti e a parlare e a stare bene grazie a tutti. La mia idea di volontariato è molto semplice perché grazie a questa esperienza ho capito che non serve molto per aiutare qualcuno bastano piccoli gesti, parole di incoraggiamento e buona volontà per aiutare qualcuno.