Percorsi di volontariato: il volontariato visto con gli occhi di Lorenzo
Lorenzo Z., uno dei 500 ragazzi che hanno portato a termine il percorso del Progetto Generatori, spiega come vede il volontariato.
Il potenziale del volontariato è immenso. Esso costituisce senza dubbio uno strumento d’inclusione e d’integrazione sociale. E ciò non rappresenta cosa ovvia per le persone e i gruppi marginalizzati. Certo, esistono progetti e programmi atti a coinvolgere nel volontariato, persone appartenenti ai gruppi più vulnerabili. Tuttavia, si sente ancora l’esigenza di modalità di adesione più spontanee. I coordinatori del volontariato sono spesso riluttanti a coinvolgere i gruppi marginalizzati, in quanto non sanno come avvicinarli e come affrontare la questione. Spesso, temono che tale coinvolgimento richieda un dispendio eccessivo di tempo e di energie (cosa probabilmente vera all’inizio), senza conseguire risultati soddisfacenti. D’altro canto, le persone disabili o disoccupate (e, in qualche paese, perfino gli anziani) potrebbero non essere pronti ad impegnarsi nel volontariato, considerandolo incompatibile con la loro condizione, o temendo di non essere i benvenuti.
Con i suoi 6,6 milioni di volontari l’Italia è uno dei paesi europei con il più alto ‘tasso’ di volontariato. Ogni anno impiegano al servizio del bene comune circa 702 milioni ore, pari al lavoro che svolgerebbero 384.824 individui a tempo pieno. Come ci spiega l’ultimo rapporto Istat sulle organizzazioni non profit, la maggioranza dei volontari, circa 4 milioni, opera per una o più associazioni. Quello italiano, infatti, è un volontariato fortemente organizzato su base associativa: nel nostro Paese si contano ben 40 mila associazioni, oltre il 30% impegnato in attività nel settore sociale, sanitario e di protezione civile.
Ovvero quel volontariato promosso soprattutto da municipalità ed enti locali che permette a un cittadino di svolgere, in modo gratuito e volontario, attività di pubblica utilità e di cura della città. Tuttavia negli ultimi anni qualcosa sta cambiando, vuoi per la crisi economica che attanaglia gli enti locali, vuoi perché si va sempre più diffondendo una cultura della cittadinanza attiva e responsabile. Un sintomo di questo mutamento sono, ad esempio, i movimenti spontanei di cittadini che si mobilitano contro il degrado urbano
Grazie anche a leggi ad hoc regionali e nazionali, sono infatti in aumento i Comuni che offrono ai cittadini la possibilità di partecipare in prima persona alla cura dei beni comuni, alla riqualificazione di aree della città, alla promozione del decoro urbano.
Se si tratta di umanità l’argomento include quasi sempre l’egoismo, infatti il volontariato può anche essere usato nel proprio CV.
Le nostre potenzialità spesso si tramutano in interessi e passioni che manifestiamo attraverso il volontariato e che arricchiscono il nostro bagaglio di esperienze e conoscenze spendibili in ambito lavorativo. Inserire esperienze di volontariato nel curriculum non solo trasmette un’immagine di noi stessi più concreta, ma aiuta a distinguerci dagli altri candidati. Inoltre, sono in continua crescita le posizioni lavorative che richiedono responsabilità sociale o ambientale.