Percorsi di volontariato: Mattia ha capito quando sia importante dare agli altri
Mattia F., uno dei 500 Generatori di buone pratiche, pensa che dare agli altri senza chiedere nulla in cambia possa rendere il mondo un posto migliore.
Io penso che il volontariato sia un’esperienza importante da fare almeno una volta nella vita. Penso che possa aiutare: le persone non autosufficienti, quindi persone disabili; gli anziani, che sono la fascia sociale che ha più necessità di assistenza e di aiuto, sia per le faccende domestiche, che per fare e/o portare la spesa; persone con difficoltà motorie o psichiche che non riescono a fare determinate cose da sole, quindi è necessario che ci siano individui che si prendano questa responsabilità, la quale gli potrebbe far bene; animali abbandonati (gatti, cani) senza un posto dove vivere.
Sicuramente potrebbe essere molto utile alle persone che sono alle prime armi con questo tipo di esperienza perché credo che fare volontariato nella propria vita ti possa far vedere cose che per molto tempo non pensavi potessero esistere, per esempio, condizioni in cui si trovano persone con dei disagi, sia economici che sociali. Molte persone sono convinte che aiutando gli altri non si ottenga nulla in cambio, ma il solo fatto di vedere i volti di quelle persone che prima vivevano in condizioni di povertà o in avanti con l’età, a seconda del caso, ti può cambiare il modo di pensare; credo che anche il solo sorriso che ti rivolgono per quel poco che tu hai fatto per loro sia una delle sensazioni migliori che ti possa capitare e ti può far sentire orgoglioso di quello che hai fatto avendogli dato una mano, senza secondi fini, né soldi o favori, niente di materiale, serve soltanto la voglia di fare, di mettersi in gioco per la comunità e mostrare il lato migliore di ognuno di noi. Il volontariato alla fine non è solo assistenza alle persone più bisognose ma anche contribuire alla collettività: aiutare in caso di calamità naturali, pulire i parchi o zone non curate della città, raccogliere cibo ai supermercati, e molte altre attività che riguardano l’intera comunità.
Per me il volontariato dovrebbe essere inserito nel programma scolastico sin dalle elementari, ovviamente per i bambini più piccoli dai 6 ai 13-14 anni fare solo della teoria o fare delle giornate in luoghi come la Caritas o anche canili, proprio perché essendo più piccoli hanno un’empatia più notevole degli adulti verso gli animali, che possono essere domestici o non, solo per mostrare ai bambini come si svolge una giornata in questi luoghi per formarli e istruirli sul fare volontariato, poi dai 14-15 anni in su farli “lavorare” sul campo, cosi i giovani imparano fin da subito cosa significa aiutare i più bisognosi e quanto possa essere bello fare questo tipo di esperienza e di vedere persone che nella loro vita non sono state fortunate o hanno bisogno di aiuto per un determinato motivo.