Percorsi di volontariato: Gabriel vorrebbe creare un gruppo per aiutare le persone in difficoltà

Gabriel C., uno dei ragazzi che hanno concluso con successo la formazione a distanza del Progetto Generatori, sogna di aiutare le persone in difficoltà coinvolgendo il suo gruppo di amici. 


Le attività che vorrei gestire sono per esempio la donazione di soldi, o la donazione di cibo e acqua per aiutare le persone più povere. Oppure la possibilità di dare un posto dove dormire.
Facendo cosi possiamo fare in modo di eliminare queste piccole sofferenze che ci sono al mondo.
Le nuove generazioni dovranno prendere questo esempio di aiutare sempre il prossimo, apprendendo queste informazioni le possiamo portare indietro per il resto della vita dato che non costano nulla e sono gratuite. Dando aiuto a queste persone e possibile che in un futuro possiamo essere ricambiate da loro stessi.  Quindi è tutto un lavoro di squadra. Un’altra cosa positiva del volontariato è che fa trovare nuove amicizie. Aiutando una determinata persona instauriamo un rapporto di amicizia che potrà essere ricambiata nel futuro quando avremo bisogno di aiuto noi. Potremo avere anche la possibilità di viaggiare ed aiutare anche altre persone lontane da noi.
Non per forza dobbiamo creare noi una comunità di volontariato, possiamo anche entrare in una già organizzata da altre persone.
Ovviamente col tempo possiamo guadagnare anche dei gradi, magari c’è in una comunità di volontariato colui che gestisce tutte le situazioni e gestisce dove e con chi andare magari in una determinata zona della città e in quante persone bisogna andarci.
Per alcune persone il loro pensiero è : perché stare fermi a guardare una TV quando è possibile partecipare ad attività interessanti e avere la soddisfazione di aver aiutato delle persone in difficoltà e avere la soddisfazione di essere ringraziati che a volte un grazie ti può rallegrare la giornata.

Percorsi di volontariato: Paola Elisa vuole aiutare le persone a riprendersi dopo il lockdown

Paola Elisa C. è una dei 500 giovani che hanno portato a termine la FAD prevista da generatori e adesso vorrebbe aiutare le persone a riprendersi dopo il lockdown e le autorità a controllare che non si creino assembramenti. 

Durante questo periodo complicato e insolito che le persone di tutto il mondo sono costrette a vivere, e che nessuno, purtroppo, si sarebbe aspettato di dover affrontare diventa necessario, a parer mio, dare un piccolo contributo, ma di grande importanza, alla comunità dei cittadini del nostro paese. La mia idea di volontariato, ora che siamo nel bel mezzo della ripresa da questa pandemia, o meglio dire nel bel mezzo della fase tre, consiste nel diventare dei piccoli controllori di quei luoghi in cui sarebbe più probabile trovare degli assembramenti, vietati per l’alto rischio di contagio, o dei comportamenti scorretti non previsti dalle norme per evitare la diffusione del virus. Tutti noi, in questo momento, stiamo sperando di poter tornare a vivere la normalità il prima possibile, ma credo e spero che tutti abbiano capito che, per un periodo di tempo non di certo breve, questo non sarà possibile. Per questo motivo ho pensato di provare a proporre la formazione di un associazione di ragazzi e adulti volontari, che si propongano di far evitare nei luoghi pubblici la formazione di assembramenti, e, nel caso in cui dovesse accadere, di invitare i cittadini a seguire i comportamenti e le norme indicate dalle autorità sanitarie.
Ovviamente, quello di cui sto parlando necessita di una grande forza di volontà, essendo un compito non facile da svolgere, di un comportamento serio, e della coscienza dell’importanza del contributo che ci siamo proposti di prestare ai cittadini. Infatti, l’atteggiamento dei volontari che parteciperebbero all’iniziativa comprende una notevole capacità di dialogo, nell’affrontare eventuali situazioni in cui il nostro invito a comportarsi nel modo adeguato potrebbe essere interpretato come una deliberata imposizione; oppure ancora nel caso in cui l’attività di volontariato potrebbe non essere considerata con la giusta importanza, così che gli inviti a non avere degli atteggiamenti scorretti potrebbero essere visti e interpretati con superficialità.
Dopo aver specificato questo, potremmo integrare la nostra attività di volontariato rivolgendoci a tutti coloro che mostrano delle difficoltà nello svolgere le attività giornaliere di prima necessità, come per esempio recarsi in un supermercato, l’acquisto di medicinali, il ritiro di documenti o ricette mediche etc. Queste attività, per un certo numero di persone, potrebbero risultare difficili da svolgere nel rispetto delle norme di comportamento vigenti. Per tale motivo, potremmo proporci per svolgere per loro queste attività che, se effettuate da determinate persone (come gli anziani) comporterebbero un forte disagio in quanto i protocolli vigenti prevedono per esempio, ingressi limitati a un ristretto numero di persone, per cui i tempi di attesa nelle file risulterebbero per loro eccessivamente lunghi.
Per dar luogo a questa idea, spero di trovare numerose adesioni, perché penso che, nel caso in cui si realizzasse, potrebbe portare risultati importanti.

Percorsi di volontariato: il volontariato visto con gli occhi di Lorenzo

Lorenzo Z., uno dei 500 ragazzi che hanno portato a termine il percorso del Progetto Generatori, spiega come vede il volontariato. 

Il potenziale del volontariato è immenso. Esso costituisce senza dubbio uno strumento d’inclusione e d’integrazione sociale. E ciò non rappresenta cosa ovvia per le persone e i gruppi marginalizzati. Certo, esistono progetti e programmi atti a coinvolgere nel volontariato, persone appartenenti ai gruppi più vulnerabili. Tuttavia, si sente ancora l’esigenza di modalità di adesione più spontanee. I coordinatori del volontariato sono spesso riluttanti a coinvolgere i gruppi marginalizzati, in quanto non sanno come avvicinarli e come affrontare la questione. Spesso, temono che tale coinvolgimento richieda un dispendio eccessivo di tempo e di energie (cosa probabilmente vera all’inizio), senza conseguire risultati soddisfacenti. D’altro canto, le persone disabili o disoccupate (e, in qualche paese, perfino gli anziani) potrebbero non essere pronti ad impegnarsi nel volontariato, considerandolo incompatibile con la loro condizione, o temendo di non essere i benvenuti.
Con i suoi 6,6 milioni di volontari l’Italia è uno dei paesi europei con il più alto ‘tasso’ di volontariato. Ogni anno impiegano al servizio del bene comune circa 702 milioni ore, pari al lavoro che svolgerebbero 384.824 individui a tempo pieno. Come ci spiega l’ultimo rapporto Istat sulle organizzazioni non profit, la maggioranza dei volontari, circa 4 milioni, opera per una o più associazioni. Quello italiano, infatti, è un volontariato fortemente organizzato su base associativa: nel nostro Paese si contano ben 40 mila associazioni, oltre il 30% impegnato in attività nel settore sociale, sanitario e di protezione civile.
Ovvero quel volontariato promosso soprattutto da municipalità ed enti locali che permette a un cittadino di svolgere, in modo gratuito e volontario, attività di pubblica utilità e di cura della città. Tuttavia negli ultimi anni qualcosa sta cambiando, vuoi per la crisi economica che attanaglia gli enti locali, vuoi perché si va sempre più diffondendo una cultura della cittadinanza attiva e responsabile. Un sintomo di questo mutamento sono, ad esempio, i movimenti spontanei di cittadini che si mobilitano contro il degrado urbano
Grazie anche a leggi ad hoc regionali e nazionali, sono infatti in aumento i Comuni che offrono ai cittadini la possibilità di partecipare in prima persona alla cura dei beni comuni, alla riqualificazione di aree della città, alla promozione del decoro urbano.
Se si tratta di umanità l’argomento include quasi sempre l’egoismo, infatti il volontariato può anche essere usato nel proprio CV.
Le nostre potenzialità spesso si tramutano in interessi e passioni che manifestiamo attraverso il volontariato e che arricchiscono il nostro bagaglio di esperienze e conoscenze spendibili in ambito lavorativo. Inserire esperienze di volontariato nel curriculum non solo trasmette un’immagine di noi stessi più concreta, ma aiuta a distinguerci dagli altri candidati. Inoltre, sono in continua crescita le posizioni lavorative che richiedono responsabilità sociale o ambientale.

Percorsi di volontariato: Izabela vuole far sorridere i meno fortunati

Izabela D. è una dei 500 giovani Generatori di buone pratiche. L’associazione che vorrebbe fondare le permetterebbe di aiutare, anche con piccoli gesti, e far sorridere le persone che hanno più bisogno.

Prima di descrivere la mia esperienza di volontariato vorrei definire in poche righe l’importanza di questa parola. Il volontariato nel dizionario italiano viene definito come la prestazione di lavoro, gratuita o semigratuita, fatta al fine di acquisire la pratica necessaria allo svolgimento di un’attività professionale o di un lavoro e il relativo titolo di riconoscimento, la cosa però più importante è sicuramente il coinvolgimento che qualsiasi persona ha per diventare un cittadino responsabile e protagonista del proprio futuro. Esistono vari tipi di campagne di volontariato che una  persona potrebbe fondare e ad essere sinceri piacerebbe molto intraprendere una campagna di volontariato predisposta ad aiutare quelle persone che ne hanno bisogno anche solo con un piccolo gesto semplicemente perché a parer mio è bellissimo veder sorridere una persona e la cosa più bella è sapere che quel sorriso lo hai provocato tu facendo quello che più ti piace, il volontariato. Mi piacerebbe molto intraprendere una campagna con delle persone a me fidate come ad esempio quattro miei amici che conosco praticamente da una vita le mie due cugine e anche i miei due cugini che in questo momento sono molto lontani da me. A dire il vero però mi piacerebbe molto anche entrare in un’organizzazione come ad esempio nell’associazione di promozione sociale.
Se dovessi intraprendere la mia campagna di volontariato le finalità sarebbero molto semplici ma allo stesso tempo secondo me molto profonde ossia il poter aiutare nel proprio piccolo le persone e vedere anche se per poco il loro sorriso in faccia e anche tutte le persone che o elencato prima hanno le stesse identiche idee e avrebbero le mie stesse finalità. Le prime attività che intenderei realizzare sarebbe sicuramente aiutare le persone che non hanno le possibilità di comprarsi del cibo e dare soprattutto un tetto sulla testa a quelli che non ne hanno la possibilità perché questo è quello che mi renderebbe fiera di me stessa e vorrei che l’operato venisse svolto grazie ai volontari o comunque quelle persone che hanno come finalità quella di aiutare le persone e non quella di ricevere qualcosa in cambio se non  solo un sorriso queste sarebbero le mie idee se un giorno avessi la possibilità di creare un’organizzazione di volontariato o anche solo avere la possibilità di fare parte di qualcosa, si, sarebbe davvero una cosa bellissima. Questo piccolo pensiero scritto in digitale potrebbe sembrare anche banale a molta gente ma io sono fatta così a me piace vedere le persone felici.

Percorsi di volontariato: Daniele vuole diffondere la passione per lo sport

Daniele N., uno dei 500 ragazzi che hanno portato a termine il Progetto Generatori, sogna di fondare una ASD per diffondere la passione per lo sport.

Facendo una piccola introduzione sul volontariato posso dire che questo è un tema molto importante e molto presente secondo me nella nostra società. Oltre ad essere un’attività socialmente molto utile, è anche un vero e proprio modo di affrontare la vita. Infatti se scegli di far parte di un volontariato ti metti a disposizione per aiutare il prossimo; come tema principale infatti c’è la solidarietà. Si tratta soltanto di utilizzare le proprie capacità, anche le più semplici, verso persone che hanno bisogno di aiuto. Penso che sia molto importante questo tipo di attività, poiché ti fa capire quanti problemi ci sono nella nostra società e con quanta facilità insieme possiamo risolvere alcuni problemi.
Nella mia vita ho fatto volontariato solo una volta con il mio gruppo di classe circa 5 mesi fa, in una mensa. Era un luogo diverso per me, ma lo affrontai con sorriso e con voglia di aiutare il prossimo. A fine giornata, dopo il volontariato, mi sentii stanco ma soprattutto felice, perché mi aveva aiutato a capire le diversità presenti nella nostra società. Inoltre, se dovessi intraprendere una campagna di volontariato fonderei una A.S.D. Un motivo ben preciso, per il quale sceglierei questa associazione è perché da quando ero piccolo una mia grande passione è il tema principale della A.S.D., cioè lo sport. Fondando questa associazione uno degli obiettivi che mi porrei è educare i ragazzi, ma soprattutto trasmettere la passione che anni fa hanno trasmesso a me, cioè l’amore verso lo sport. Secondo me lo sport è molto importante in tutti gli aspetti, ti fa crescere sia fisicamente, sia emotivamente e mentalmente. Potrei intraprendere questa attività forse con mio padre, cioè la persona che per primo mi ha trasmesso la passione per lo sport sia fuori che dentro al campo di gioco. Nel complesso il volontariato è una buona attività che ti aiuta a crescere mentalmente; normalmente le persone aiutate siamo noi giovani che chiediamo sempre aiuto ad una persona più grande di noi, come un professore, un genitore o un qualsiasi tipo di conoscente. Però non fa mai male capire che noi ragazzi, pieni di forza di volontà, possiamo essere i primi ad aiutare il prossimo. Penso soltanto che non sia neanche male aiutare il prossimo qualche volta e quindi non vivere una vita da egoisti.
Infine questa attività è estremamente utile poiché non solo si è partecipi ad un grande progetto di miglioramento della società, ma anche perché consente sviluppare la propria personalità e di renderci più sensibili e comprensivi nei confronti di coloro che sono meno fortunati.

Percorsi di volontariato: Ludovico pensa alle persone affette da disabilità

Ludovico B. è uno dei 500 giovani Generatori di buone pratiche. La sua associazione è rivolta alle persone affette da disabilità fisica o psico-sociale. 

L’associazione di volontariato che andrò ad illustrare sarà rivolta alle persone più fragili ossia le persone affette da disabilità fisica o disagio psico-sociale, con l’intento di offrire loro le opportunità per stare insieme e sviluppare solidarietà ed amicizia tra i cittadini. Sceglierei di fondare un’associazione di volontariato con lo scopo di far sentire i ragazzi diversamente abili e le loro famiglie un po’ meno soli. Prediligerei questo campo perché è una modalità di associazionismo che mi piace particolarmente con l’obiettivo di far socializzare, tra loro e con gli altri, le persone con disabilità, proponendo una serie di attività ludiche, ricreative ma anche rinforzare le loro abilità, per un futuro loro inserimento nel mondo lavorativo. Tra i componenti dell’associazione ci sarebbero miei conoscenti con le seguenti funzioni: presidente, vicepresidente, tesoriere (gestore della parte economica), responsabile delle relazioni con le famiglie, personale addetto al trasporto, all’intrattenimento e infine addetto all’organizzazione di eventi.  La finalità principale per questa associazione è quella di agevolare la vita di queste persone e nello stesso tempo arricchirmi della loro vicinanza. nell’interesse generale di aiutare anche le famiglie facente parte di questa associazione. Mi piacerebbe anche far conoscere e promuovere le attività dell’associazione in modo tale da raccogliere un numero sempre maggiore di iscritti e fruitori terzi del servizio offerto. Le attività che proporrei sono: organizzazione di giochi come il calcetto, il basket, la pallavolo, le bocce oppure giochi da tavolo, ma anche l’organizzazione di attività di intrattenimento come il karaoke, il laboratorio musicale e teatrale, il laboratorio creativo-manuale dove i ragazzi disabili possono sviluppare ed esprime al meglio la loro creatività. Le altre attività che si svolgerebbero in questa organizzazione di volontariato sarebbero anche la realizzazione di gite, visite culturali, ed eventi per sensibilizzare la cittadinanza e promuovere l’integrazione. Infine questa associazione che si fonderebbe sul lavoro gratuito di un gruppo di giovani, mi piacerebbe si unisse anche in un sistema di rete con altre forme di associazionismo presenti sul territorio per poter condividere esperienze diverse. Importante infine sarebbe ricercare adeguati finanziamenti volontari provenienti anche dalle donazioni fatte durante gli eventi appositamente organizzati dall’associazione. Insieme si può!

Percorsi di volontariato: l’associazione di Paolo si chiamerebbe “AiutiAMO gli anziani”

Paolo S., uno dei 500 giovani Generatori di buone pratiche, ha le idee molto chiare: l’O.d.V. che vorrebbe fondare si chiamerebbe “AiutiAMO gli anziani”.

La diffusione della cultura del volontariato, in particolare tra le nuove generazioni, è fondamentale. Penso che l’attività di volontariato debba partire da un sentimento di spontaneità, di libertà, di generosità e di impegno gratuito verso gli altri.
Personalmente, se io dovessi intraprendere una campagna di volontariato, mi piacerebbe fondare un’organizzazione di volontariato (O.d.V.), perché ha come fine principale la solidarietà verso soggetti terzi in situazioni di disagio e i volontari ne rappresentano la risorsa principale.
Fonderei questo tipo di organizzazione con chiunque sia disposto a farne parte, purché persegua le mie stesse finalità , ovvero, quelle di aiutare chi ne ha più bisogno senza averne un ritorno economico.
Per prima cosa, tramite un’assemblea con i soci, stipulerei l’atto costitutivo e lo statuto che costituiscono l’accordo con cui i soci fondatori danno vita all’associazione e definiscono la missione associativa, ovvero, le finalità che l’organizzazione si da e le azioni che l’associazione può mettere in atto per raggiungere le finalità.
Questa organizzazione prenderebbe il nome di “AiutiAMO GLI ANZIANI” e avrebbe come missione associativa quella di aiutare le persone più anziane perché, spesso e volentieri, rappresentano le persone con più difficoltà e con meno aiuti da parte di chi gli sta accanto .
Svolgerei attività che variano in base alle esigenze degli assistiti. Queste possono essere: fare la spesa a chi ha problemi di mobilità, portare le medicine a chi ne ha bisogno, far fare una passeggiata a chi necessita di un supporto per camminare ecc…
Queste attività verrebbero svolte prevalentemente attraverso l’operato volontario dei soci.
Ai fini promozionali di questa organizzazione creerei un sito web diviso principalmente in tre sezioni, una sezione in cui vi è la possibilità di iscriversi all’organizzazione per divenire un nuovo volontario, una seconda sezione in cui viene illustrata principalmente l’organizzazione e di cosa si occupa ed infine, una terza sezione in cui la persona che ha bisogno di assistenza possa lasciare il suo contatto per essere contattata e successivamente assistita.
In conclusione, qualunque sia l’attività di volontariato intrapresa, è indispensabile credere in ciò che si sta facendo , perché dare il proprio contributo umano, professionale, economico e sociale richiede tempo, sacrificio e tanta volontà perché si tratta di dare assistenza, prendersi cura degli altri, dei più deboli, dei più bisognosi. Fare volontariato significa dare un un aiuto concreto e solidale a chi ne ha più bisogno e soprattutto ci aiuta a migliorarci culturalmente e socialmente come cittadini del mondo e come persone.

Percorsi di volontariato: per Tiziano bisognerebbe aiutare il prossimo tutti insieme

Tiziano M. è uno dei 500 ragazzi che hanno portato a termine la FAD del Progetto Generatori. Per lui è importante aiutare i meno fortunati e gli animali abbandonati, ma bisognerebbe farlo tutti insieme. 

Il volontariato è un attività d’aiuto che chiunque può praticare che sia da solo o con delle associazioni apposite. Il volontariato si basa sul principio della solidarietà, e può essere rivolto a tutti coloro che hanno bisogno d’aiuto. Chiunque senzatetto, migranti, bambini abbandonati , e anche animali. Insomma, il volontariato può operare in diversi campi. Soprattutto di questi tempi, il volontariato è molto importante poiché la realtà odierna è sempre più difficile da controllare e affrontare. Molte persone si ritrovano ad avere problemi con il proprio lavoro altre persone migrano da altri paesi per sfuggire alla guerra; queste persone non sono sicuramente da lasciare indietro, anzi vanno aiutate anche facendo un piccolo gesto. Magari offrendo del cibo o donando dei vecchi abiti oppure ancora fare delle donazioni a enti benefici. Se dovessi organizzare una mia campagna di volontariato aiuterei in primo luogo tutti gli sfollati e tutte le persone che non hanno un posto dove stare e che rimangono in strada a chiedere l’elemosina, non costa niente organizzare una struttura dove magari si può dare supporto con un pasto e un posto dove passare la notte. Non mi limiterei solo a questo però cercherei di aiutare la maggior parte delle persone che hanno bisogno di aiuto. Oppure ancora meglio organizzerei una struttura dove i bisognosi potrebbero anche autosostentarsi magari coltivando degli orti che possono coltivare da soli, è così  potrebbero mangiare ciò che producono loro stessi; potrebbero fare dei lavori socialmente utili come: raccogliere la spazzatura dalle strade, dalle spiagge, dalle pinete dei lavori umili che però possono servire ad aiutare queste persone che sono disoccupate. Secondariamente passerei a fare volontariato anche verso gli animali; come ad esempio cani, gatti, e altri animali che vengono abbandonati. Questi animali si possono portare nei canili dove possono essere adottati da persone buone e gentili che li trattino bene e che gli vogliano bene e non li abbandonino…
Però il mio pensiero è che solo un individuo non può fare tutto ciò, se anche le altre persone non si accorgono del degrado che si sta creando nel mondo, e c’è il completo disinteresse verso chi sta peggio non si può fare niente; tutti devono contribuire ad aiutare il prossimo così ci sono più probabilità di aiutare più persone mentre in questo momento sembra che tutti se ne freghino delle altre persone e pensino solo ai propri interessi e questo per me è una cosa ineccepibile.

Percorsi di volontariato: Michela pensa agli anziani e agli animali abbandonati

Michela C., giovane che. ha portato avanti fino alla fine il progetto generatori, vorrebbe aiutare le persone nelle case di riposo e gli animali abbandonati.

Mi chiamo Michela e ho 16 anni, seguire questo progetto mi ha aiutato a capire quanto sia importante il volontariato.
Aiutare il prossimo non è un iniziativa che prendono tutti e secondo me questo percorso mi ha aiutato molto in questo, un tipo di volontariato che mi piacerebbe molto svolgere sarebbe quello, ad esempio, nelle case di riposo. Mi piacerebbe regalare un sorriso a queste persone che magari per motivi di salute sono stati portati via dalle loro famiglie, o altri che sono stati addirittura abbandonati. Sarebbe bello aiutare anche i bambini e i ragazzi malati che stanno in ospedale giorni e alcuni anche mesi, che non hanno la possibilità di uscire a causa di alcune loro malattie. Mi farebbe piacerebbe coinvolgerli con dei giochi o anche leggendo insieme delle storie, facendo laboratori dove si ha la possibilità di dipingere e disegnare. Quest’esperienza mi è capitata all’età di 5 anni quando sono stata ricoverata in ospedale per due settimane, in quei giorni c’erano dei ragazzi che passavano nella mia stanza vestiti da clown per farmi giocare e leggermi le storie di whinny the pooh e biancaneve.
Di sicuro facendo questo tipo di attività ci metterei tutto il mio cuore, perché ho capito che nel mondo ci sono persone meno fortunate di me, e aiutarli mi farebbe sentire molto bene. Poi un altro tipo di volontariato che mi piacerebbe molto fare sarebbe andare accudire gli animali che purtroppo sono stati abbandonati o addirittura maltrattati dal loro padrone, perché anche loro hanno bisogno del nostro affetto. Oltre all’aiuto fisico che possiamo dare sarebbe bello se tutti noi rinunciassimo ad un’uscita e usassimo quei soldi per poter contribuire a comprare cibo e medicinali per i nostri piccoli amici che non stanno bene. Io ci tengo tanto agli animali, infatti a casa ho una cagnolina e un gattino, a cui voglio molto bene. Sarebbe interessante fare del volontariato anche nelle ambulanze, anche se in certi ambiti ho un po’ di paura, perché il sangue mi impressiona un po’, però credo che col tempo questa mia piccola “paura” potrei riuscire a superarla. Io credo che quest’esperienza mi abbia aiutato a capire quanto sia importante aiutare gli altri. Se mi dessero l’opportunità di poter fare il volontariato in qualsiasi ambito lo farei sicuramente senza pensarci due volte, credo che mi aiuterebbe tantissimo a crescere. 

Percorsi di volontariato: per Lorenzo sono importanti i centri di aggregazione giovanile

Per Lorenzo M., uno dei 500 giovani generatori di buone pratiche, per fare esperienze di volontariato sono importanti i centri di aggregazione giovanile. 

Le esperienze personali sono il punto di partenza per la mia idea di volontariato: dare più importanza ai centri di aggregazione giovanili, in modo tale da garantire un maggior scambio di idee tra ragazzi della stessa fascia di età (14-19 anni) che hanno affrontato, o stanno affrontando, esperienze simili.
Durante l’adolescenza, si pensa di essere soli: questo periodo di cambiamento psicofisico viene visto come una montagna insormontabile, che fa soffrire e provare tristezza, perché non si sa come rapportarsi ad esso e ci si trova troppo lontani sia dal mondo dei “bambini” che da quello degli “adulti”. Molti si rifiutano di chiedere aiuto, perché potrebbero essere giudicati erroneamente dagli altri come deboli. È per questo che ritengo molto importante il dialogo tra coetanei e la comunicazione attiva, scambiandosi esperienze comuni: non si deve mai pensare di essere soli o un peso, perché ci sarà sempre qualcuno che combatte o ha combattuto le nostre stesse battaglie. Nella mia esperienza personale ho potuto aiutare persone che hanno avuto le mie stesse difficoltà, riuscendo a far capire loro quanto sia importante il confronto con gli altri.
I centri di aggregazione giovanile devono rappresentare quindi l’opportunità che viene data ai giovani per “sperimentare il gioco della vita”, parlare delle proprie esperienze e fare domande che spesso vengono giudicate troppo imbarazzanti per essere poste agli adulti. I luoghi di incontro non sarebbero però soltanto un modo per trovare un “orecchio amico” o una mano tesa in aiuto, ma anche centri dove esprimere la propria personalità e collaborare con gli altri attraverso progetti riguardanti la musica, la letteratura, il teatro, il cinema…
Oggigiorno, i ragazzi stigmatizzano la lettura, ritenendola noiosa perché gli è sempre stato insegnato che leggere è importante, che devono farlo per acculturarsi, e a nessuno piace sentirsi dire cosa bisogna fare o non fare. Hanno quindi rivolto la loro attenzione verso la musica e il cinema, modi per esprimere loro stessi.
Ritengo che i progetti proposti non siano inconciliabili: chiunque si può dedicare alla lettura, al teatro, alla musica… se è stimolata, accompagnata nell’esperienza e trova ciò che veramente le interessa. Sarebbe quindi un modo per permettere ai giovani di conoscere le commedie di Goldoni, ad esempio, ma anche il punk inglese degli anni ‘70 e i libri di Italo Calvino, approcciandosi all’adolescenza come periodo della vita di grandi cambiamenti in cui possono capire ciò che veramente apprezzano e a cui si vogliono dedicare, vivendo questo tempo con più leggerezza, trovando nei centri di aggregazione un’importante opportunità per farlo. Ritengo sia molto importante dare largo spazio ai giovani, senza pressarli o criticarli per i loro usi o costumi, ma aiutandoli e guidandoli, perché sono loro il futuro della nostra società.