Percorsi di volontariato: Giorgia guarda all’Africa

Giorgia L., una dei 500 #Generatori di buone pratiche, vorrebbe aprire un’associazione di volontariato in Africa. 

Il volontariato è dare una mano a persone che hanno bisogno di aiuto da più punti di vista: per esempio puoi aiutare le persone senza tetto, senza lavoro, che non hanno nulla da mangiare, le persone che vivono in paesi dove è successa una catastrofe, come un terremoto, o anche aiutare i disabili, o persone ammalate in generale. Le persone possono fare volontariato individualmente, che, naturalmente, non fanno per portarsi a casa uno stipendio, ma per loro scelta di aiutare il prossimo, oppure ci sono delle organizzazioni. Oggi nel mondo, sfortunatamente, non ci sono moltissime persone che partecipano a questo ente organizzativo, ma è importante che venga propagandato, soprattutto tra i giovani, in modo che vedano quello che li circonda. Da piccola fantasticavo sempre sul volontariato perché vedevo molte serie in cui c’erano episodi che trattavano questo argomento, ed io mi immaginavo dietro ad un bancone a distribuire cibo in una mensa per poveri, ricevere sorrisi e ringraziamenti per quello che stavo facendo. Crescendo, sfortunatamente, non ci ho nemmeno più pensato, forse perché non ne ho più sentito parlare. Adesso, scrivendo questo tema mi pongo la domanda: “È giusto che spenda la mia vita solo a rendere felice me stesso, a far finta di non vedere quello che persone più sfortunate di me stanno passando?”. Perché la verità è che il mondo è un posto crudele. Esso non ha dato a tutti la stessa fortuna e felicità, infatti ci sono i poveri, i quali non hanno assolutamente nulla, e i ricchi, i quali hanno tutto e la maggior parte di loro non offre aiuto ai più bisognosi. Se in futuro dovessi fare volontariato, cosa che sicuramente farò, fonderei l’associazione O.d.V., ovvero organizzazione di volontariato, per offrire aiuto in campo socio-sanitario. Io lavorerei in questa associazione con i miei amici perché in questo modo mi sentirei meno sola e avrei meno nostalgia di casa. Oltre a fare volontariato in Italia mi piacerebbe farlo anche a livello internazionale, come in Africa, un continente ricco dal punto di vista naturalistico e di bellezza, ma allo stesso tempo povero. Sarebbe meraviglioso risvegliarsi per un periodo di tempo in questo posto, o in qualsiasi altra città, e vedere le persone che aiuti sorridere, divertirsi, sentirsi più vive e vedere che hai contribuito alla loro felicità. Mi sentirei come se la mia vita avesse uno scopo e sicuramente mi sentirei meglio con me stessa, sapendo che ho dato un po’ di mio ad altre persone. Per fare il volontariato ovviamente devi sentirtelo nel cuore e deve essere una vera e propria passione, ma se tutti facessero il volontariato il mondo sarebbe sicuramente un posto migliore e ci sarebbe più empatia e maturità.

 

Percorsi di volontariato: Daniele invita i giovani a provare il volontariato

Daniele M., uno dei 500 giovani Generatori, invita i suoi coetanei a rimboccarsi le maniche e a provare almeno una volta l’esperienza del volontariato. 

Il volontariato è un’attività di aiuto che chiunque, da solo o in associazioni, può decidere di fare. Si tratta di mettere le proprie capacità, anche le più semplici, a disposizione di chi ne ha bisogno. Si fonda sul principio della solidarietà e può essere rivolto a tutti coloro che hanno bisogno di aiuto. Il volontariato è molto importante nella società in cui viviamo: la realtà che ci circonda è ogni giorno più difficile da gestire ed affrontare. Ci sono problemi a lavoro, persone in fuga dalla guerra che cercano rifugio nel nostro paese, bambini abbandonati… migliaia di persone in Italia hanno bisogno di aiuto ed è fondamentale che anche i giovani siano sensibilizzati su questo tema. Non importa perché una persona si trovi in una condizione di difficoltà: può capitare a tutti di prendere una decisione sbagliata, ad esempio, e la vita, per quanto meravigliosa, spesso non perdona. Aiutare il “diverso”, donare un pasto caldo o abiti vecchi sono attività piccole che però possono donare sollievo a chi le riceve. Fare volontariato non deve essere per forza un’attività impegnativa come avviene per chi decide di entrare nella Croce Rossa, ma può anche portare via un paio di ore alla settimana andando a distribuire pasti caldi alla Caritas, aiutando le associazioni che operano sul territorio per le persone in difficoltà: basta aprire il proprio cuore verso tutti. Anche aiutare al canile comunale è un’attività di volontariato importante. I giovani dovrebbero avere la possibilità di provare una qualsiasi attività di volontariato che si addica e che, soprattutto, interessi loro. Intraprendere questo cammino significa trovarsi anche davanti a situazioni difficili e che vanno a colpire il nostro cuore e la nostra sensibilità, per questo è importante che sia un’attività fatta con passione. Farlo soprattutto da giovani, contribuisce a migliorare il proprio (ma non solo) futuro in modo concreto, inoltre un grande regalo che far del volontariato può donare è farvi amare la vostra vita, con i suoi pro e contro, smettendola di guardare gli altri attraverso l’invidia. Come dicevamo all’inizio del tema, la società in cui viviamo e piena di rischi e difficoltà, aiutarsi l’un l’altro è la base per poter sopravvivere in questa giungla urbana: invece di pensare “a me non succederà mai”, provare a rimboccarsi le maniche e stare accanto di chi sta attraversando un momento di crisi forte è ciò che serve. L’importanza del volontariato tra i giovani è cruciale: apre la mente, stimola al dialogo, alla riflessione e soprattutto fa crescere l’empatia verso chi non è fortunato come noi. Provare, almeno una volta nella vita, l’esperienza del volontariato per i giovani è importante per la propria crescita.

Percorsi di volontariato: Martina vuole insegnare ritmica negli ospedali pediatrici

Martina B., una dei 500 giovani che hanno completato la FAD di Generatori, vorrebbe insegnare ginnastica ritmica ai bambini ricoverati negli ospedali. 

Secondo il mio punto di vista, fare del volontariato è un’esperienza che tutti dovremmo provare almeno una volta nella vita perché ti arricchisce dal punto di vista umano poiché nel tuo piccolo dai un contribuito a persone che ne hanno più bisogno. Non è importante il tipo o la durata dell’attività proposta ma il gesto di mettersi al servizio degli altri in un momento per loro difficile, nella speranza di poter strappare loro almeno un sorriso. Sono una ragazza solare, amichevole e molto sportiva; pratico da circa otto anni ginnastica ritmica e ho avuto dei primi approcci con l’insegnamento nella mia palestra con delle bambine di età compresa tra i tre e i sei anni.Detto ciò, ho pensato molto a quello che potrebbe meglio rappresentarmi e mi piacerebbe organizzare dei piccoli allenamenti all’interno di un ospedale pediatrico. Questa sarebbe l’occasione ideale per unire due cose che mi sono molto a cuore: stare a contatto con i bambini, aiutandoli e continuare a fare quello che più mi piace, il mio sport.
Mi rendo conto, ovviamente, che le condizioni fisiche dei piccoli pazienti non gli consentirebbero di sostenere esercizi dispendiosi e complicati ma impronterei questo “allenamento” più sul gioco e il divertimento in modo da creare un ambiente dove svagarsi e distogliersi, anche se per poche ore, dalla realtà che sono costretti a vivere regalando loro un po’ di gioia e spensieratezza che hanno perduto da tempo. Dalla mia esperienza ho notato che qualsiasi attività motoria messa sotto forma di gioco cattura l’attenzione dei più piccoli destando loro la curiosità di seguire la lezione. La mia idea è quella di svolgere questa attività un paio di volte alla settimana con dei percorsi base e giochi interattivi ideati da me, che prevedono l’utilizzo dei cinque caratteristici attrezzi della ginnastica ritmica: la palla, le clavette, il cerchio, la fune e il nastro; essi per la grande varietà di colori che possono avere e il gran numero di movimenti che si possono realizzare colpiscono l’occhio e accendono la fantasia dei bambini. La musica che in questa disciplina sportiva riveste comunque un ruolo molto importante farebbe da sottofondo per tutta la durata dell’allenamento. Questa attività coinvolgerebbe non solo i pazienti, ma anche i loro genitori in modo da poter trascorrere con i loro figli del tempo piacevole poiché questo non è sempre possibile date le circostanze. Inoltre mi piacerebbe, periodicamente, organizzare delle competizioni o dei saggi con dei relativi premi finali da dare a tutti i partecipanti al solo scopo di fare felici tutti i bambini mostrando ciò che hanno appreso anche davanti ad altre persone. Ora come ora, sonot roppo piccola per poter solo pensare di organizzare un’attività del genere , ma questo non significa dover rinunciare a questo sogno poiché una volta raggiunta la maggiore età e avendo i mezzi e le possibilità per poterlo fare mi impegnerei al massimo per raggiungere questo obbiettivo!
Come già detto in precedenza secondo me non c’è gioia più grande di far felice gli altri, specialmente i più bisognosi e i più piccoli.

Percorsi di volontariato: Riccardo vorrebbe far crescere l’interesse delle persone

Riccardo Antonio D. è uno dei 500 studenti che hanno deciso di diventare generatori di buone pratiche. Lui vorrebbe rendere il volontariato un’attività maggiormente coinvolgente per far crescere l’interesse delle persone. 


Il volontariato è un’attività di aiuto gratuito e spontaneo che si può svolgere in gruppo o da soli. Si tratta di mettere il proprio tempo e le proprie capacità a disposizione delle persone più bisognose e viene fondato sul principio di solidarietà delle persone e della bontà d’animo dei volontari. Il volontariato non si limita ad aiutare solo le persone, infatti il volontariato può sfociare in molti altri ambiti. Secondo me il volontariato è molto importante nella nostra società perché credo che la solidarietà sia una delle più grandi virtù che l’uomo possegga perché grazie a questo una persona in difficoltà può riuscire a superare qualsiasi difficoltà con l’aiuto di altre persone. Quindi io ritengo che il volontariato debbano farle più persone possibile perché grazie a questo le persone in difficolta possono essere aiutate ma anche le persone che fanno volontariato si possono sentire più gratificate per questi gesti di pura umanità. Quindi io consiglierei a chiunque di fare volontariato e coloro che ritengo che sia una attività inutile o superflua credo che lo dicano solo per il fatto che non si abbia un grande conoscenza dell’argomento perché l’aiuto di altre persone non ritengo possano essere inutile o superfluo infatti penso che le persone debbano essere solo più coinvolte e in formate. Una mia idea per il volontariato e cercare di fare interessare più persone possibili alla causa e di fare partecipare  elementi della famiglia o fare partecipare più  gruppi sociali per fare aumentare l’interesse delle persone perché così le persone saranno più propense ad partecipare al volontariato oltre a questo si potrebbe creare delle sotto specie di competizioni su volontariato da così renderla una attività “meno pensante” e più coinvolgente. Ma ritengo anche che le persone almeno una volta nella vita abbiano la possibilità di partecipare ad organizzazioni per il volontariato perché come detto in precedenza si può ottenere molte soddisfazioni personale nel volontariato, ma un’altra motivazione per farlo e che si possono anche conoscere persone molto interessanti e caritatevoli, si possono fare anche molte amicizie. Chi intraprende il percorso del volontariato significa trovarsi anche davanti a situazioni difficili e che vanno a colpire il nostro stato d’animo, per questo voglio dire che sia giusto che lo facciano più persone possibili ma allo stesso tempo che coloro che lo fanno solo per diletto senza metterci “passione” sia meglio che si occupino di altre funzioni meno impegnative del campo del volontariato.

Percorsi di volontariato: Simone vuole aiutare le donne in dolce attesa

Simone P., uno dei 500 giovani che hanno deciso di diventare Generatori di buone pratiche, vorrebbe aprire un’associazione di volontariato per aiutare le donne in dolce attesa che sono in difficoltà.

Sono un ragazzo di 20 anni, mi chiamo Simone P. e abito a Roma.
Il volontariato è un’attività di aiuto che chiunque, da solo o in associazioni, può decidere di fare. Si tratta di mettere le proprie capacità, anche le più semplici, a disposizione di chi ne ha bisogno. Si fonda sul principio della solidarietà e può essere rivolto a tutti coloro che hanno bisogno di aiuto: senzatetto, migranti, bambini abbandonati, animai. Sono diversi gli ambiti in cui un volontario può operare, senza contare poi il lavoro come volontario nella Croce Rossa.
Il volontariato è molto importante nella società in cui viviamo: la realtà che ci circonda è ogni giorno più difficile da gestire ed affrontare. Ci sono problemi a lavoro, persone in fuga dalla guerra che cercano rifugio nel nostro paese, bambini abbandonati; migliaia di persone in Italia hanno bisogno di aiuto ed è fondamentale che anche i giovani siano sensibilizzati su questo tema. Non importa perché una persona si trovi in una condizione di difficoltà: può capitare a tutti di prendere una decisione sbagliata, ad esempio, e la vita, per quanto meravigliosa, spesso non perdona. Aiutare il “diverso”, donare un pasto caldo o abiti vecchi sono attività piccole che però possono donare sollievo a chi le riceve. Fare volontariato non deve essere per forza un’attività impegnativa come avviene per chi decide di entrare nella Croce Rossa, ma può anche portare via un paio di ore alla settimana andando a distribuire pasti caldi alla Caritas, aiutando le associazioni che operano sul territorio per le persone in difficoltà: basta aprire il proprio cuore verso tutti. Anche aiutare al canile comunale è un’attività di volontariato importante. I giovani dovrebbero avere la possibilità di provare una qualsiasi attività di volontariato che si addica e che, soprattutto, interessi loro. Intraprendere questo cammino significa trovarsi anche davanti a situazioni difficili e che vanno a colpire il nostro cuore e la nostra sensibilità, per questo è importante che sia un’attività fatta con passione. Come dicevamo all’inizio del tema, la società in cui viviamo è piena di rischi e difficoltà, aiutarsi l’un l’altro è la base per poter sopravvivere in questa giungla urbana: invece di pensare “a me non succederà mai”, provare a rimboccarsi le maniche e stare accanto di chi sta attraversando un momento di crisi forte è ciò che serve.
Come idea di volontariato personale (vista anche la mia situazione) pensavo, a una campagna a favore delle donne in stato di gravidanza che magari sono sole e quindi hanno difficoltà nello svolgere le azioni abituali, come fare la spesa, comprare medicine etc…

Percorsi di volontariato: l’esperienza di Emanuela con i ragazzi con la Sindrome di Down

Emanuela A., una dei 500 Generatori di buone pratiche, racconta il suo volontariato in un centro frequentato da ragazzi con la Sindrome di Down.

Fare volontariato è un’esperienza molto importante, in grado di darti molto più di quanto si possa immaginare. Spesso ci si avvicina al volontariato credendo di poter fare qualcosa per gli altri, ma in realtà si riceve molto in cambio, essere di aiuto agli altri può servire per darci la forza per affrontare un momento difficile, può essere un’esperienza formativa.
Non ho tante esperienze di volontariato ma mi sono sempre sembrate interessanti. La mia frequenza di volontariato è una frequentare una volta alla settimana un centro diurno frequentato da ragazzi down, sto con loro, li faccio compagnia, questa esperienza è nata dal fatto che ho una zia down e mi sembrava una cosa molto bella, facciamo molti lavori insieme, passeggiate e sopratutto loro ti fanno amare la vita ancora di più, ti fanno capire l’importanza delle singole cose, degli abbracci, dei saluti anche delle cose più piccole, come ti danno affetto loro non lo da nessun altro. Inoltre in questo centro si può vedere come questi ragazzi non siano poi così diversi da noi perché basta un piccolo aiuto o incoraggiamento per far sì che loro possano fare le esperienze che facciamo tutti noi. Riuscire a strappare un sorriso a queste persone mi rende felice, mi fa stare bene. Sono ragazzi che con poco ti cambiano la giornata e una cosa che adoro è la loro immensa dolcezza. Sono ragazzi che ti fanno capire che con un semplice abbraccio ti possono dare molto e mi hanno insegnato a vivere con più serenità e spensieratezza dando peso alle cose che davvero contano nella vita. Ogni volta che li vedo e torno a casa sono felice perché capisco che con dei semplici gesti si può ottenere molto. Sono ragazzi che hanno difficoltà, certo, ma quando li conosci capisci che sanno darti filo da torcere. Sanno apprezzare cose che magari noi non notiamo più o siamo troppo impegnati per rendercene conto. Sono dei ragazzi veramente speciali e sono contenta di questa esperienza e orgogliosa di avere una zia così perché ho potuto vivere in prima persona questa esperienza, ho potuto vedere come gli educatori e le persone che lavoravano in quel centro e io compresa abbiamo aiutato mia zia a sbloccarsi dopo la morte di mia nonna e grazie all’affetto di tutti è riuscita ad andare avanti e a parlare e a stare bene grazie a tutti. La mia idea di volontariato è molto semplice perché grazie a questa esperienza ho capito che non serve molto per aiutare qualcuno bastano piccoli gesti, parole di incoraggiamento e buona volontà per aiutare qualcuno.

Percorsi di volontariato: per Andrea è importante aiutare i bisognosi

Per Andrea G., uno dei 500 Generatori di buone pratiche, è fondamentale aiutare i bisognosi e ognuno dovrebbe fare la propria parte.

Il volontariato italiano rappresenta una colonna portante e insostituibile in tutte quelle attività rivolte al sociale di cui sempre più il nostro Paese ha bisogno. È un attività che ognuno di noi, come dice la parola stessa, svolge di propria volontà. Nelle nostre generazioni soprattutto è importante dato che i ragazzi di oggi sono molto svogliati nel fare qualsiasi cosa a causa della tecnologia. Il volontariato è un attività che nessuno ti obbliga a fare ma la fai tu personalmente perché tu te la senti e non perché devi portare a casa uno stipendio o altro. Esso è anche fondamentale per diventare cittadini responsabili e protagonisti del nostro futuro. Se io dovessi intraprendere una campagna di volontariato mi piacerebbe fondare un organizzazione O.d.V, ovvero organizzazione di volontariato, perché mi piacerebbe aiutare le persone non solamente in ambito sanitario o lavorativo ma in generale, ad esempio per i bisognosi alla caritas che non hanno da mangiare, oppure persone che non hanno una casa in cui abitare, oppure che non hanno lavoro o non riescono a trovarlo. Mi piacerebbe unirmi a questa esperienza con i miei amici e perché no anche con i familiari, sarebbe un’esperienza sociale molto utile e formativa per tutti noi. Parlando poi delle finalità, mi piacerebbe aiutare le persone come detto in precedenza i senzatetto oppure chi non ha un lavoro o da mangiare non per finalità in particolare ma perché secondo me questo mondo è troppo crudele, e delle volte non da alcuna possibilità a molte delle persone che vorrebbero fare molto ma non possono fare niente. Il volontariato sarebbe bello anche da svolgere non solo nel proprio paese, ma anche in altri ad esempio l’Africa una terra così ricca e così povera allo stesso tempo che avrebbe bisogno di moltissimo aiuto. Se potessi le attività che metterei in campo sarebbero moltissime per cercare di aiutare il maggior numero di persone possibili, e di fare una cosa non solo a livello nazionale ma come anticipato in precedenza, a livello internazionale. Dato che di persone da aiutare ce ne sono molte ma di persone che effettivamente aiutano sono poche, la gente in generale deve capire che aiutare le persone non deve essere una cosa forzata ma che viene dal cuore. Non bisogna farlo per scopi finanziari o altro ma per aiutare persone che si trovano in situazioni nelle quali ci sarebbero potute essere persone a noi care. Quindi in conclusione aggiungo che il volontariato, andrebbe fatto, e se ognuno di noi ci si mettesse, ovvio sempre nelle proprie possibilità, saremmo tutti in grado di aiutare moltissime persone, che da sole non riescono a fare molto e richiedono in parte il nostro aiuto.

Percorsi di volontariato: Alice vuole costruire un ponte con il mondo del lavoro

L’organizzazione di volontariato pensata da Alice T., una dei 500 giovani Generatori di buone pratiche che hanno completato la FAD, vuole essere un ponte tra le persone e il mondo del lavoro.

In un mondo dove i giovani sono sempre più sotto pressione per trovare un lavoro che gli garantisca il sostentamento, il volontariato viene visto come un qualcosa che toglie tempo alle attività ritenute davvero importanti. Cosa c’è però di più importante che aiutare il prossimo? Essere volontari garantisce una ricchezza spirituale di cui altrimenti rischiamo di dimenticare l’importanza. Anche il solo sorriso di una persona anziana aiutata ad attraversare la strada scalda il cuore e ti fa venire voglia di farlo altre dieci, cento, mille volte. Immagina come saremmo tutti più felici se aiutassimo gli altri con atti di solidarietà ordinaria, renderebbe la nostra vita più significativa e gioiosa per tutti. La mia idea per un’associazione (ODV) cerca di conciliare il mondo del lavoro con quello del volontariato. Aiutare chi ne ha bisogno a trovare un’occupazione garantisce infatti un miglioramento della qualità di vita sul lungo termine delle persone aiutate ma non solo, è dimostrato infatti che un minore tasso di disoccupazione porta ad un conseguente abbassamento di quello di criminalità e una diminuzione di spese da parte dello Stato, giovando sostanzialmente a tutti in termini di benessere.
L’associazione sarebbe composta da persone che hanno voglia di fare da tramite tra le aziende (con cui la comunicazione è parte integrante del progetto) e le persone che si rivolgono ad essa, ma anche soggetti qualificati che abbiano voglia di tenere delle lezioni. I corsi di formazione che si riusciranno ad organizzare alla fine rilasceranno un attestato riportante il nome di chi ha tenuto il corso, la sua qualifica e il nome del partecipante. Questi attestati verranno mostrati ai reclutatori delle aziende collaboranti. Nel caso poi che chi si rivolge all’associazione voglia prendere un attestato di diploma vero e proprio essa gli indicherà una lista di scuole serali pubbliche.
Inoltre, per chi abbia voglia di aiutare l’ODV, potrà farlo donando abiti non obbligatoriamente eleganti, ma almeno casual, da far indossare alle persone a cui è stato organizzato un colloquio che in tal modo potranno presentarsi al meglio.
Potranno rivolgersi ad essa tutte le persone che legalmente non hanno un lavoro, senza esclusioni.
Un altro punto di azione dell’associazione sarà quello di aiutare gli ex-detenuti a reinserirsi nella società, trovandogli, per l’appunto un’occupazione e magari organizzando dei corsi anche all’interno dei penitenziari.
L’organizzazione di tutto questo complesso macchinario richiederà una partecipazione attiva da parte delle persone che vengono aiutate e questo porterà loro a formulare nuovi obiettivi e la loro determinazione stimolerà anche i volontari nel lavoro che svolgono.
Per concludere, l’obiettivo finale è di aiutare più persone possibili, facendo in modo che successivamente possano proseguire da sole, così che ci sia un ricambio dei soggetti aiutati che rimarranno pressoché un numero costante.

Arcobaleno e M.S.L.V., due future associazioni di volontariato pensate dai Generatori

È ancor presto per affermare che il progetto Generatori ha prodotto piante con radici solide. Di sicuro ha seminato bene e i germogli promettono bene. L’iniziativa di OPES, da quando è entrata negli istituti di secondo grado e nei centri sportivi per incontrare migliaia di giovani tra i 14 e i 19 anni, ha insegnato ai teenager italiani a guardare la realtà con il filtro giusto: gli occhi. Lo sguardo di un teenager non può rimanere focalizzato sullo schermo di uno smartphone, ma deve essere guidato al di là di quel display, perché oltre quella forma rettangolare c’è la vera vita. Per fare breccia nel cuore e nelle coscienze delle future generazioni e per catturare la loro attenzione, il progetto Generatori ha utilizzato un grimaldello di parole ed immagini che sono state mescolate alla nuda e cruda verità. Così è stato stimolato un target che solo apparentemente è sembrato distante anni luce dal comprendere espressioni come bene comune, cittadinanza attiva e mettersi al servizio della comunità e del proprio territorio.

 

Mese dopo mese, incontro dopo incontro, i formatori hanno compreso che sotto quella brace, all’apparenza composta da indifferenza, apatia, disinteresse generale e noia perenne, c’era una fiamma. La formazione a distanza, con ogni probabilità, è stata come quell’alito di vento o di aria che ha permesso a quel fuoco di ravvivarsi. Il percorso extracurriculare di 20 ore, infatti, oltre a permettere ai futuri 500 Generatori di buone pratiche di apprendere tutte quelle nozioni necessarie a dare vita ad iniziative o campagne di volontariato, ha consentito ai giovani di fare networking. Nell’epoca del coronavirus e delle piattaforme sociali che abbattono le distanze, i ragazzi e le ragazze hanno potuto gettare le basi delle loro associazioni. Alcuni studenti dell’Istituto Lattanzio di Roma, ad esempio, hanno unito le loro idee e sono passati alla fase progettuale. Il loro intento è quello di dare vita a due associazioni di volontariato che operano nei settori dell’assistenza e della lotta all’inquinamento.

 

Gabriele Iannarelli, Simone Ye e Federico Cavallaro, insieme ad altri 5 coetanei, sono pronti a lanciare “Arcobaleno”, un’associazione di promozione sociale che punta a ridurre il gap informatico tra anziani e future generazioni. Avvezzi alle app e ai software e a proprio agio con il mondo digital, i giovani promotori di Arcobaleno vorrebbero insegnare i rudimenti dell’informatica a quelle persone con più di 70 anni d’età, che non sono in grado di installare un software, effettuare pagamenti online, evitare truffe come il phishing o eseguire una scansione antivirus.

 

Se ci sono dei giovani che mettono le loro skills, conoscenze e abilità al servizio della comunità, ci sono anche altri teenager che si battono per degli ideali. Marco Amici, Simone Peretti, Lorenzo Merafina e Valerio De Cesaris, seguendo forse le orme dell’attivista svedese Greta Thunberg, vogliono rendere l’Italia un posto più pulito ed ecosostenibile. La loro associazione “M.S.L.V. – Manteniamo Salva La Vita” – tra le altre cose le lettere M S L V sono anche le iniziali dei loro nomi – mette da parte l’ego per far fiorire l’eco. Partendo dalla pulizia delle spiagge, delle strade e delle foreste, i quattro baldi adolescenti vogliono salvaguardare la flora e la fauna.

 

Arcobaleno e MSLV, a breve, potrebbero donare al Terzo Settore nuova linfa, uno slancio vitale. I loro promotori, invece, rappresentano il futuro dell’Italia che considera il volontariato una colonna portante del sistema Paese.

 

CONSULTA LA PRESENTAZIONE DEL PROGETTO ARCOBALENO

CONSULTA LA PRESENTAZIONE DEL PROGETTO M.S.L.V.

Percorsi di volontariato: Luca pensa all’educazione tecnologica

L’Associazione di Volontariato pensata da Luca S., uno dei 500 giovani Generatori di buone pratiche, mira a insegnare la tecnologia a chi non ha una buona conoscenza dei mezzi informatici. 

Sono Luca e sono uno studente di 16 anni. Secondo me al giorno d’oggi l’ignoranza informatica è uno dei fenomeni più diffusi in italia, ormai tutto si fa su internet, come ad esempio le gestione di un conto bancario, un bonifico, acquisti online, in questo periodo particolare i docenti devono utilizzare numerosi mezzi informatici per poter effettuare le video lezioni con gli studenti ma anche con il consiglio docenti, ma anche tutte le persone che sono costrette a rimanere a casa per lavorare in smart working, tutto ciò rende la conoscenza dell’utilizzo dei mezzi informatici (computer, smartphone e tablet) necessaria al giorno d’oggi per poter “sopravvivere” durante questo periodo. La mia idea di associazione di volontariato è quella di aiutare tutte quelle persone che purtroppo non dispongono delle conoscenze informatiche basilari come anche navigare su internet in modo sicuro, attraverso corsi gratuiti ogni settimana a cui le persone possono accedere facendo una domanda anche telefonando ai diretti interessati e presentarsi al corso settimanalmente, all’incirca tre o quattro volte ogni settimana. Ovviamente per garantire che il corso possa funzionare si necessita dei computer smartphone e tablet nell’aula di apprendimento dove si svolge il corso ma anche di un computer/smartphone/tablet a casa per allenarsi durante i giorni di assenza dal corso. Si partirebbe all’inizio su come funziona un computer, e sull’imparare ad utilizzare una tastiera, successivamente si potrebbe insegnare a  ad insegnare come navigare su internet in modo sicuro, successivamente un corso sulla sicurezza informatica base, per evitare di incappare in virus o di ransomware (virus informatici che possono rubare dati personali chiedendo un riscatto per riavere quest’ultimi dati indietro) spyware (virus che raccolgono le informazioni private delle persone in modo losco e ovviamente all’oscuro di chi ha preso il virus sul proprio computer). Successivamente consiglierei un corso ed una guida su che computer comprare in base alle esigenze delle persone ed in base al lavoro che devono svolgere, come fase successiva, consiglierei la gestione di un conto bancario e come inviare e ricevere bonifici, utilizzando i siti che le banche mettono a disposizione per i propri clienti, ma anche ad esempio numerose spiegazioni su come utilizzare i programmi applicativi base come programmi di scrittura ma anche fogli elettronici o programmi per la presentazione di documenti, come possono essere word, excel, powerpoint del pacchetto office. Credo fermamente che questo possa essere un progetto non troppo difficile da realizzare, dato che comunque in italia tra i giovani le competenze informatiche esistono, e credo che aiutare il prossimo sia una cosa molto soddisfacente e appagante non che bellissima e che alla fine credo di aver fatto un’esperienza abbastanza costruttiva su tutto quello che riguarda protezione civile e primo soccorso.