Percorsi di volontariato: Giulia vorrebbe aiutare persone affette da Sindrome di Down
Giulia F., una dei 500 Generatori del progetto, racconta le sue piccole azioni di volontariato e parla di quello che vorrebbe fare in futuro: aiutare le persone affette da Sindrome di Down.
Il volontariato è un’attività che mi piacerebbe fare, ma che ad oggi non ho ancora sperimentato. Ho fatto qualche azione al di fuori di associazioni, ma non ho mai partecipato appieno alla realizzazione di un progetto o non sono mai stata membro di esso. Molto spesso mi imbatto in video, foto o documentari in cui le persone aiutano altre persone che hanno realmente bisogno di un’aiuto e mi fanno realmente capire quale siano le vere necessità: la salute e avere un tetto sulla testa.
Le azioni di volontariato che attualmente nel mio piccolo ho svolto sono:
- Raccogliere i rifiuti che si trovano nella spiaggia o nel mare: spesso è un lavoro sottovalutato, ma a mio parere ripulire un luogo comune per tutti aiuta in primis l’ambiente e soprattutto il prossimo: non c’è bisogno di andare lontano o necessariamente appartenere a un associazione benefica per aiutare gli altri e tutti come me medesima mi piacerebbe trovare un posto pulito se anche io svolgo lo stesso trattamento per gli altri.
- Durante la quarantena poi mi sono offerta molto spesso ad andare al supermercato o svolgere qualsiasi tipo di commissione per i miei nonni, perché essendo anziani il rischio di contagio era più alto.
- Quando ero piccola, mia madre ha sempre donato i miei vestiti o giochi inutilizzati ad associazioni e ancora oggi se ho qualcosa che non uso più oppure non mi sta o non mi piace, lo conservo e quando ne ho una quantità eccessiva lo dono o a qualche associazione oppure a persone che conosco e che ne hanno bisogno.
Se un giorno potessi aprire la mia fondazione mi piacerebbe fondarla in aiuto alle persone affette dalla sindrome di down, poiché in famiglia ho uno zio down e mi piacerebbe offrirgli il più aiuto possibile. Un primo obiettivo che mi porrei sarebbe quello di sensibilizzare le persone perché spesso vedo alcune di esse prendere in giro la persona considerata “diversa”: il primo obbiettivo sarebbe quindi quello dell’uguaglianza. Poi magari coinvolgergli in attività da persone “comuni”, magari un giorno portargli in un officio o a svolgere qualunque attività in cui al momento la persona può dedicarsi a lui; conoscendo mio zio sono sicura che lo renderebbe felice.
Un ultimo obbiettivo sarebbe quello di accumulare soldi in modo da assumere qualcuno che gli insegni privatamente e nel giusto modo per esempio a scrivere o a leggere oppure portarlo in giro; nel caso specifico di mio zio, grazie a dei soldi che gli vengono dati dalla regione può usufruire di questo servizio e a me piacerebbe che esso fosse accessibile a tutti nel minor tempo possibile, poiché spesso queste procedure richiedono mesi, e sicuramente una persona del genere non può aspettare.